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martedì 17 luglio 2012

Fionda ten

Around in ten, a sud dei tre Capi.
Dopo aver elaborato molte soluzioni progettuali, questa è la versione riassuntiva.
La barca ha la larghezza massima possibile pur mantenendo un coefficiente prismatico normale,  le curve delle resistenze sono ottimali, i volumi sono metacentrici e i centri concentrati la rendono equilibrata ad ogni angolo di sbandamento, requisiti questi fondamentali per la missione a cui è destinata.





Come dicevo nelle considerazioni preliminari, non credo che soluzioni con derive mobili, timoni sospesi e altri modernismi siano adatte per una barca come questa. E così Fionda ha la chiglia lunga come gli antichi velieri, e un timone potente incernierato fino in fondo. Tutto estremamente robusto e solido.
Per capire bene quali e quanti sono i vantaggi di una chiglia lunga con il timone incernierato basta leggere le considerazioni che ha fatto sull'argomento Carl Antony  Marchaj nel suo famoso libro 'Le qualità marine di una barca'










Le sezioni sono a triplo spigolo, e si può vedere che la chiglia non è una semplice trave piena, ma un volume aggiunto al fondo piatto. Questa configurazione rende la geometria ancora più simile agli scafi tradizionali. Le sezioni a spigolo sono preferite per permettere la costruzione con tutti i materiali, dal compensato marino alla lega leggera ai vari tipi di composito.







La vista della mezza pianta fa vedere il grande spazio interno, la distribuzione del volume di  galleggiamento, le entrate di prua e la collocazione della sezione maestra circa a mezza nave.
Inoltre si può notare l'andamento del profilo idrodinamico della chiglia.



Queste sono le curve di resistenza a medio carico:






E questa la visione grafica del profilo.



Ora non rimane che chiedersi: perché?
Perché pensare una impresa di questo tipo? perché fare il giro del mondo a sud dei tre Capi con un veliero di tre metri?
Molte sono le risposte, ma la più semplice è: perché no?









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